Nel 1973, i Pink Floyd si dedicarono a registrareHousehold Objects. Fra pentole, orologi, elastici e scatole di fiammiferi, non ne uscì nulla di pubblicabile, ma dopo un po’ incisero Dark Side of the Moon. Non è il caso di Fabio Bonelli a.k.a. Musica da Cucina, fondatore del laboratorio creativo People from the Mountains, con il pallino di catturare i suoni della cucina (acqua che scorre o che bolle, il fischio del bollitore, le posate sui piatti o sui bicchieri), legandole a strumenti quali: chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce. Per Bonelli è un punto di partenza e un proprio percorso artistico, che in questo lavoro si è tradotto in una forma levigata e assai raffinata di cantautorato.Nel 1973, i Pink Floyd si dedicarono a registrareHousehold Objects. Fra pentole, orologi, elastici e scatole di fiammiferi, non ne uscì nulla di pubblicabile, ma dopo un po’ incisero Dark Side of the Moon. Non è il caso di Fabio Bonelli a.k.a. Musica da Cucina, fondatore del laboratorio creativo People from the Mountains, con il pallino di catturare i suoni della cucina (acqua che scorre o che bolle, il fischio del bollitore, le posate sui piatti o sui bicchieri), legandole a strumenti quali: chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce. Per Bonelli è un punto di partenza e un proprio percorso artistico, che in questo lavoro si è tradotto in una forma levigata e assai raffinata di cantautorato.
Archivi autore: dipa
Musica Da Cucina
“musica invernale e intima che impregna le pareti e culla dolcemente” – BLOW UP
“un disco insolito e poetico a cui è davvero un piacere abbandonarsi” –BUSCADERO
“una forma levigata e assai raffinata di cantautorato” – ROCKERILLA
“come se l’intimistico pop lo-fi “da cameretta” dei ’90 si fosse trasferito nella vicina cucina” – RUMORE
…i suoni della cucina, intimità e atmosfere del tintinnio di bicchieri e del fischio del bollitore in una performance che cresce piano piano, come una pietanza nel forno, svelando la magia dei gesti quotidiani. Esce a Novembre per Long Song Records il secondo disco di Musica da Cucina, registrato a Morbegno (SO) da Lorenzo Monti e prodotto da Fabrizio Perissinotto. Il nuovo omonimo disco segue e sviluppa la linea del primo, unendo suoni concreti a melodie e suggestioni folk e pop, divagazioni ambient e oniriche a una sorta di cantautorato intimo e minimale per chitarra, voce e tavolo apparecchiato.
Italian musician FABIO BONELLI (from Morbegno, a small town near the Alps) started the project Musica da Cucina in 2005, with the idea of translating into music and evoking through sounds the atmosphere, the warmth and the intimacy of the kitchen; a special place where people spend a long time of their existence (at any stage: as children, adult and elders) and where stories, traditions, culture, gestures, emotions, smells and scents blend together to create a world of its own, as magic as very much connected to daily and material life.
With an approach that is both playful and serious and holds together spontaneity, improvisation and a high level of musical skill and detailed research on sounds, Fabio Bonelli rides the line between song structure (led by instruments such as guitar, accordion, clarinet) and sound textures (realized with the creative use of kitchen tools/objects such as: kettle, dishes, glasses, pots and pans, cutlery, tin foil and anything that Fabio would find in flea markets or old dusty attics…). The result is a music project that stands on its own – as the two cds (the first sold out, the second just released and already acclaimed) testify – and reminds of indie-lo-fi songwriting such as the first Sparklehorse or of folktronica acts from Morr Music catalogue or of a pop version of Einsturzende Neubauten…..
It’s in the live dimension that Fabio Bonelli/Musica da Cucina expresses his best, the performance being a poetic, mesmerizing and scenically powerful experience for the listener (who is also invited to take part to it, towards the end). Since the time it came to life, Musica da Cucina has played hundreds of concerts all around Europe and in very different types of spaces and contexts: houses, restaurants, cellars, gardens, schools, theatres, clubs, art galleries, museums, food and wine festivals.
Musica da Cucina opened for AMIINA (icelandic band made of Sigur Ros string quartet) on their italian, austrian and german dates in 2007 and 2010 (only in Italy) and was invited to the 2011 edition of MOMA FOMA festival, in Hobart, Tasmania (Aus), directed by Brian Ritchie (Violent Femmes) and sharing the stage with artists like Philip Glass, Nick Cave, Amanda Palmer, Jon Rose and many more.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TZESULpWN_w
Blow Up – Mucho Acustica 2
Tra le più fulgide promesse del nuovo jazz italiano, PIERO BITTOLO BON, sassofonista e multistrumentista, fino ad oggi si e fatto conoscere sia come collaboratore nei progetti di altri musicisti (Uri Caine, Anthony Braxtori, Francesso Cusa, trai tanti), sia come membro del collettivo El Gallo Rojo, sia come leader di formazioni quali Jümp The Shark e Rolleroall (non quelli americani, owiamente). Con Mucho Acustica (Long Song) ci presenta il suo nuovo progetto, gli ORIGINAL PIGNETO STOMPERS. Ad affiancare i suoi sax alto e baritono, troviamo il chitarrista Simone Massaron, il basso funambolico di Jamaaladeen Tacuma (vecchio sodale di Omette Coleman nella sua fase elettrica), le due batterie di Massimiliano Sorrentini e di Federico Scettri. Frutto di una magica session di improvvisazione, le sette tracce di questalbum si stendono oltre l'ora di durata, tempo in cui la base jazz si allarga andando ad inglobare la oarnale voluttuosità del funk, la vibrante intensità del rock e del blues - sentire per credere la stupenda The Day Sandro Bondi Stood Still, dove furoreggia il sempre eccelso Massaron - la visione lirica di una musica che, nel dialogo serrato tra propulsione ritmica e fraseggio spesso in bilico tra ricerca melodica e fantasia free, trova il suo cuore pul- sante. Davvero un'ottimo lavoro.
Tra le più fulgide promesse del nuovo jazz italiano, PIERO BITTOLO BON, sassofonista e multistrumentista, fino ad oggi si e fatto conoscere sia come collaboratore nei progetti di altri musicisti (Uri Caine, Anthony Braxtori, Francesso Cusa, trai tanti), sia come membro del collettivo El Gallo Rojo, sia come leader di formazioni quali Jümp The Shark e Rolleroall (non quelli americani, owiamente). Con Mucho Acustica (Long Song) ci presenta il suo nuovo progetto, gli ORIGINAL PIGNETO STOMPERS. Ad affiancare i suoi sax alto e baritono, troviamo il chitarrista Simone Massaron, il basso funambolico di Jamaaladeen Tacuma (vecchio sodale di Omette Coleman nella sua fase elettrica), le due batterie di Massimiliano Sorrentini e di Federico Scettri. Frutto di una magica session di improvvisazione, le sette tracce di questalbum si stendono oltre l'ora di durata, tempo in cui la base jazz si allarga andando ad inglobare la oarnale voluttuosità del funk, la vibrante intensità del rock e del blues - sentire per credere la stupenda The Day Sandro Bondi Stood Still, dove furoreggia il sempre eccelso Massaron - la visione lirica di una musica che, nel dialogo serrato tra propulsione ritmica e fraseggio spesso in bilico tra ricerca melodica e fantasia free, trova il suo cuore pul- sante. Davvero un'ottimo lavoro.
Blow Up – Mucho Acustica
ll sassofonista Bìttolo vanta una militanza nel Gallo Rojo, così come Simone Massaron. L'altro nome noto che partecipa al progetto è J. Tacuma, membro in passato dei Prime Time di Ornette Coleman. Insomma di carne ai fuoco ce n'è. Aggiungiamo al set due batterie e ci possiamo fare un'idea di quanta potenza di suono può scaturire da un simile organico. Prima traccia: Dfw/Calypso de Pelo, un incastro di basso e chitarra baritono, ritmo serrato e assolo graffiante a sax (anch'esso baritono). Ottimo inizio (un po' Zu). Seconda traccia: Simpri Indenant, dannata nostalgia del jazzista. Non si poteva proseguire con la Calypso precedente? Terza traccia: la nostalgia diventa maniera. Quarte traccia, splendido il titolo: The Day Sandro Bondi Stood Still, si torna a fare sul serio con un Massaron quanto mai friselliano. Quinta traccia: Stoppani Stomp, grande input colemaniano di Bittolo. Sesta traccia: Tsar Bomba!, ancora walking bass bluesy? Settima e ultima: Tamarrow is the Question, gran bel funk! Insomma i ragazzi ci sanno fare, tanta grinta e ruvidezze a non finire che raramente stonano. Un po' di ironia in più e la ricetta è fatta. (7/8)
ll sassofonista Bìttolo vanta una militanza nel Gallo Rojo, così come Simone Massaron. L'altro nome noto che partecipa al progetto è J. Tacuma, membro in passato dei Prime Time di Ornette Coleman. Insomma di carne ai fuoco ce n'è. Aggiungiamo al set due batterie e ci possiamo fare un'idea di quanta potenza di suono può scaturire da un simile organico. Prima traccia: Dfw/Calypso de Pelo, un incastro di basso e chitarra baritono, ritmo serrato e assolo graffiante a sax (anch'esso baritono). Ottimo inizio (un po' Zu). Seconda traccia: Simpri Indenant, dannata nostalgia del jazzista. Non si poteva proseguire con la Calypso precedente? Terza traccia: la nostalgia diventa maniera. Quarte traccia, splendido il titolo: The Day Sandro Bondi Stood Still, si torna a fare sul serio con un Massaron quanto mai friselliano. Quinta traccia: Stoppani Stomp, grande input colemaniano di Bittolo. Sesta traccia: Tsar Bomba!, ancora walking bass bluesy? Settima e ultima: Tamarrow is the Question, gran bel funk! Insomma i ragazzi ci sanno fare, tanta grinta e ruvidezze a non finire che raramente stonano. Un po' di ironia in più e la ricetta è fatta. (7/8)
http://chitarraedintorni.blogspot.com/ – Mucho Acustica
Avevo già avuto a che fare con il senso dell’umorismo di Piero Bittolo Bon in occasione dell’ascolto del suo lavoro in duo con Simone Massaron “Massa Bon”, ero quindi già preparato a brani dal titolo curioso e a folate devianti di sassofoni lanciati a tutto vapore. Non ne sono rimasto deluso, Piero è un grande musicista e i suoi Pigneto Stompers, nome improbabile dietro cui si nascondono Simone Massaron alle chitarre, Federico Scettri alla batteria (sul canale sinistro), Massimiliano Sorrentini sempre alla batteria ma sul canale destro, coaudiuvati dal mitico basso elettrico “colemaniano” di Jamaaladeen Tacuma, sono partner formidabili, affiatati e carichi al punto giusto.
Free jazz, in salsa blues veneziana – milanese con aggiunte di funky torrido e condidi da una ritmica dal groove micidiale. Disco fantastico di musica rigorosamente improvvisata ad alta gradazione alcolica.
Come scrive lo stesso Jamaaladeen Tacuma nelle note del disco “Music is a Universal Language” e indipendentemente dalle origini geografiche e dalla formazione culturale dei musicisti qui impegnati il risultato è davvero notevole, ve ne consiglio l’ascolto dopo un paio di spritz veneziani per meglio predisporre le orecchie al favoloso cocktail di suoni e di note da cui sarete felicemente investiti.
Tra l’altro mentre scrivo questa recensione apprendo che sembra che il Comune di Venezia abbia messo al bando il free jazz con una ordinanza apposita indicando nelle cause i possibili effetti nocivi delle dissonanze musicali in esso contenute … forse una rappreseglia contro la chitarra magistrale di Massaron nel brano “The Day Sandro Bondi Stood Still”? Contro il sax torrido “Stoppani Stomp”? Nessuno lo sa, ma “Tamarrow Is The Question”e quindi lanciamo una “Tsar Bomba” e ascoltiamo il disco a tutto volume per le calli di Venezia! Da qualche parte Ornette Coleman sorride .. in modo armolodico ovviamente….
Avevo già avuto a che fare con il senso dell’umorismo di Piero Bittolo Bon in occasione dell’ascolto del suo lavoro in duo con Simone Massaron “Massa Bon”, ero quindi già preparato a brani dal titolo curioso e a folate devianti di sassofoni lanciati a tutto vapore. Non ne sono rimasto deluso, Piero è un grande musicista e i suoi Pigneto Stompers, nome improbabile dietro cui si nascondono Simone Massaron alle chitarre, Federico Scettri alla batteria (sul canale sinistro), Massimiliano Sorrentini sempre alla batteria ma sul canale destro, coaudiuvati dal mitico basso elettrico “colemaniano” di Jamaaladeen Tacuma, sono partner formidabili, affiatati e carichi al punto giusto.
Free jazz, in salsa blues veneziana – milanese con aggiunte di funky torrido e condidi da una ritmica dal groove micidiale. Disco fantastico di musica rigorosamente improvvisata ad alta gradazione alcolica.
Come scrive lo stesso Jamaaladeen Tacuma nelle note del disco “Music is a Universal Language” e indipendentemente dalle origini geografiche e dalla formazione culturale dei musicisti qui impegnati il risultato è davvero notevole, ve ne consiglio l’ascolto dopo un paio di spritz veneziani per meglio predisporre le orecchie al favoloso cocktail di suoni e di note da cui sarete felicemente investiti.
Tra l’altro mentre scrivo questa recensione apprendo che sembra che il Comune di Venezia abbia messo al bando il free jazz con una ordinanza apposita indicando nelle cause i possibili effetti nocivi delle dissonanze musicali in esso contenute … forse una rappreseglia contro la chitarra magistrale di Massaron nel brano “The Day Sandro Bondi Stood Still”? Contro il sax torrido “Stoppani Stomp”? Nessuno lo sa, ma “Tamarrow Is The Question”e quindi lanciamo una “Tsar Bomba” e ascoltiamo il disco a tutto volume per le calli di Venezia! Da qualche parte Ornette Coleman sorride .. in modo armolodico ovviamente….
Jamaaladeen Tacuma
Jamaaladeen Tacuma (born Rudy McDaniel, June 11, 1956) is an American free jazz bassist born in Hempstead, New York, perhaps best known for his albums as bandleader on the Gramavision label and for his work with Ornette Coleman during the 1970s and 1980s (particularly in Coleman’s Prime Time band). Jamaaladeen’s 1988 album Jukebox was nominated for a Grammy Award in 1989, but did not win.
Tacuma was raised in Philadelphia and showed interest in music at a young age, performing with the organist Charles Earland in his teens. Through Earland Tacuma came to know the record producer Reggie Lucas, who introduced Jamaaladeen to Ornette Coleman in 1975 at age 19. As the electric bassist for Coleman’s funky Prime Time group, Tacuma rose to prominence quickly; another notable band member included the guitarist Bern Nix. While with Prime Time, Tacuma relied mostly on traditional technique, picking with his fingers. Later works showcase a more rhythmic, thumb-slapping funk approach.
The first three Prime Time recordings (Dancing in Your Head, Body Meta, and Of Human Feelings, all recorded in the late 1970s) feature Tacuma’s work on a Rickenbacker bass, a model popular among progressive rock musicians but rarely used on jazz recordings. He switched to a Steinberger bass in the 1980s, an instrument that helped him create his readily identifiable sound.
Tacuma’s work with Prime Time landed him his most high-profile gig to date: an appearance with the band on Saturday Night Live on April 14, 1979, which Tacuma later cited in Musician magazine as his “best live performance ever”. Work with such artists as James “Blood” Ulmer, Walt Dickerson, David Moss, Chuck Hammer, Kip Hanrahan, and David Murray further heightened his reputation. Tacuma’s first solo album, “Show Stopper”, came in 1983 on the Gramavision label; the album grew out of the jazz/funk style he developed in his work with Coleman. His other works as leader at Gramavision followed that forumala.
In the 1980s Jamaaladeen started to perform with a group called “Cosmetic”. He was frequently featured in music magazines thanks to his aggressive, driving playing style and his angular fashion sense. In 1981 Tacuma received the highest number of votes ever for an electric bassist in the “talent deserving wider recognition” category of the Down Beat magazine critics poll.
In the 1990s and 2000s, he has maintained a lower profile. His relatively infrequent recordings in these years include CDs of duets with saxophonist Wolfgang Puschnig. However, Allmusic cited Mirakle, a recording that features Tacuma, drummer Grant Calvin Weston, and guitarist Derek Bailey as one of the “most important recordings of year 2000.” In 2006, he returned to the jazz spotlight with an appearance on the World Saxophone Quartet’s Political Blues.Jamaaladeen Tacuma (born Rudy McDaniel, June 11, 1956) is an American free jazz bassist born in Hempstead, New York, perhaps best known for his albums as bandleader on the Gramavision label and for his work with Ornette Coleman during the 1970s and 1980s (particularly in Coleman’s Prime Time band). Jamaaladeen’s 1988 album Jukebox was nominated for a Grammy Award in 1989, but did not win.
Tacuma was raised in Philadelphia and showed interest in music at a young age, performing with the organist Charles Earland in his teens. Through Earland Tacuma came to know the record producer Reggie Lucas, who introduced Jamaaladeen to Ornette Coleman in 1975 at age 19. As the electric bassist for Coleman’s funky Prime Time group, Tacuma rose to prominence quickly; another notable band member included the guitarist Bern Nix. While with Prime Time, Tacuma relied mostly on traditional technique, picking with his fingers. Later works showcase a more rhythmic, thumb-slapping funk approach.
The first three Prime Time recordings (Dancing in Your Head, Body Meta, and Of Human Feelings, all recorded in the late 1970s) feature Tacuma’s work on a Rickenbacker bass, a model popular among progressive rock musicians but rarely used on jazz recordings. He switched to a Steinberger bass in the 1980s, an instrument that helped him create his readily identifiable sound.
Tacuma’s work with Prime Time landed him his most high-profile gig to date: an appearance with the band on Saturday Night Live on April 14, 1979, which Tacuma later cited in Musician magazine as his “best live performance ever”. Work with such artists as James “Blood” Ulmer, Walt Dickerson, David Moss, Chuck Hammer, Kip Hanrahan, and David Murray further heightened his reputation. Tacuma’s first solo album, “Show Stopper”, came in 1983 on the Gramavision label; the album grew out of the jazz/funk style he developed in his work with Coleman. His other works as leader at Gramavision followed that forumala.
In the 1980s Jamaaladeen started to perform with a group called “Cosmetic”. He was frequently featured in music magazines thanks to his aggressive, driving playing style and his angular fashion sense. In 1981 Tacuma received the highest number of votes ever for an electric bassist in the “talent deserving wider recognition” category of the Down Beat magazine critics poll.
In the 1990s and 2000s, he has maintained a lower profile. His relatively infrequent recordings in these years include CDs of duets with saxophonist Wolfgang Puschnig. However, Allmusic cited Mirakle, a recording that features Tacuma, drummer Grant Calvin Weston, and guitarist Derek Bailey as one of the “most important recordings of year 2000.” In 2006, he returned to the jazz spotlight with an appearance on the World Saxophone Quartet’s Political Blues.
La Foce Del Ladrone – Il Manifesto
Questo disco è una sfida, non una proposta. Un attacco diretto e dichiarato, non un gioco di infingimenti. Certo, è anche un gioco, spiazzante e sempre un po’ più in là della prevedibilità, del già sentito. Perché a volte, e anche nell’affollato, egotico mondo della canzone d’autore, è il gioco a pagare. E il gioco, spiega una bella pletora di testi sacri della psicologia, è qualcosa di molto serio. Fabio Zuffanti è musicista vero. Uno di quelli che frequentano bordi inquieti e difficilmente rapportabili al bilancino classificatorio. S’è occupato di elettronica, di jazz, di post rock, di prog in odore di intelligenti dolcezze wyattiane, di colonne sonore, di musica da camera, di note al servizio della scrittura: Wu Ming e Tommaso Labranca, tra gli altri. Ha incrociato Franz Di Cioccio e Roberto Colombo. Questo è un progetto destinato a spiazzare tutti. A partire dal titolo, omaggio al Battiato della svolta «pop», dove «ladrone» è ogni musicista, e «foce» il luogo di sbocco di una sorgente comune. Provate a immaginare una sintesi talmente perfetta da sembrare alchemica tra, appunto, il Battiato della citazione, il tardo Battisti, il Fortis de La grande grotta, e sarete a tiro. A sorprendervi, in fondo, che Zuffanti abbia davvero fatto tutto da solo. (g.fe.)Questo disco è una sfida, non una proposta. Un attacco diretto e dichiarato, non un gioco di infingimenti. Certo, è anche un gioco, spiazzante e sempre un po’ più in là della prevedibilità, del già sentito. Perché a volte, e anche nell’affollato, egotico mondo della canzone d’autore, è il gioco a pagare. E il gioco, spiega una bella pletora di testi sacri della psicologia, è qualcosa di molto serio. Fabio Zuffanti è musicista vero. Uno di quelli che frequentano bordi inquieti e difficilmente rapportabili al bilancino classificatorio. S’è occupato di elettronica, di jazz, di post rock, di prog in odore di intelligenti dolcezze wyattiane, di colonne sonore, di musica da camera, di note al servizio della scrittura: Wu Ming e Tommaso Labranca, tra gli altri. Ha incrociato Franz Di Cioccio e Roberto Colombo. Questo è un progetto destinato a spiazzare tutti. A partire dal titolo, omaggio al Battiato della svolta «pop», dove «ladrone» è ogni musicista, e «foce» il luogo di sbocco di una sorgente comune. Provate a immaginare una sintesi talmente perfetta da sembrare alchemica tra, appunto, il Battiato della citazione, il tardo Battisti, il Fortis de La grande grotta, e sarete a tiro. A sorprendervi, in fondo, che Zuffanti abbia davvero fatto tutto da solo. (g.fe.)
Mucho Acustica – webmagx.jazzrytmit.com/
Ruutia, räminää ja räiskettä. Funkkia, reggaeta, rockia, jazzia… Tuoreen terhakkaasti. Vapaalla lasketellen. Vanhoja mestareita kunnioittaen. Uutta sukupolvea eteentyöntäen. Ei siis mitään kamarijazzia, muttei taas toisaalta mitään kylmänkalsaa äänimaailmakokeilua. Parman kinkun suussa sulavista siivuista ja makaroonipensaiden varjosta lähdetään liikkeelle kitaristi Massaron ja levyllä vierailevan basisti Tacuman keskenäisellä rupattelulla, johon yhtyy itse maestro alttofoneineen. Kahden rummunlyöjän arsenaali lataa taustalla virtaa tulevaa tahtijyminää varten. Kokonaisuus kasvaa massiiviksi. Pieron valittava altto muuttuu barsan möreäksi komentoääneksi. Rumpupatteristot takovat rytmiä. Kielisoitinosasto jynkyttää afrikkalaistyyppistä rytmiikkaa, sitä, jota seikkailija Joe Smith kuuli aikoinaan Huuhaa Innasen kirjoittamana synkän sademetsän sivulla sijaitsevasta neekerikylästä käsin… Ei, sittenkin taitaa olla kyseessä Karibian saarten calypson woodoomaiset -noitatahdit. Jonkinlaista hypnotiaa kuitenkin… se tunkee kuulijan selkäytimeen..Josko alku lupasi kohtuullista menoa ja meininkiä, kakkosraidalla huilattiin ja tunnelmoitiin. Pääosin Pieron saksofonin johdattelemana. Ja sama hartaus jatkui kolmosraidalla… oikeastaan mitään sanomattomana. Ei minään huonona soittotekniikaltaan, mutta juoneltaan aikalaisen väsyttävänä. Saksofoni juoksenteli ja poukkoili edestakaisin kuin entinen piika housujaan etsiessään. Renkipojat taustalla naputtelivat ja hiplailivat niitä näitä. Yhdentyyppistä nykyaikaista jammailua esikuvanaan vaikkapa Miles Davisin sähköisemmät jutut. Ainoastaan suomalainen melankolisen kylmä suossa kahlaus puuttuu. No, kasvoihan tuo liki varttitunnin raita lopulta myös hieman monisärmäisemmaksi ja muillekin soittajille tilaa antavaksi. Sitten nelonen silmään ja kone päätielle, niinkuin enenvanhaan kunnon autoista sanottiin. Kitara pisti basson kanssa hevosvoimat hyrisemään. Autostrada vilisti alla. Basso nakutti tasaista kuviotaan…Levyn loppukokonaisuus toisti samaa jumppaavan jytkäkkää rytmiä. Jonkinasteinen noiduttu kehä ympäröi kuulijaansa. Tietyn sorttinen avantgardisekspressionismi täytti pääkopan, sillä rytmijumpputuksen päälle maalaili saksofoni, kitara jopa rumpusektio omiaan. Välillä kirkkain värein, välillä sekoittaen maalipurkkien pohjilta kaavitut epämääräisyydet. Muistot ennenvanhaisesta Laitisen värikaupasta Maakuntakadulta tulvahtivat mieleen… niin musiikkivärikirjon kuin kaiken mahdollisen tavaran erinomaisen ahtaan ja sekalaisen järjestyksen myötä. Mutta kaikki toimi kuitenkin hienosti niin tällä levyllä kuin Laitisen Toivollakin omassa puodissaan. Piero Bittolo Bon osoittautui monitahoiseksi saksofonin kuljettajaksi. Hänen otti soittopelistään irti lähes kaikkea mahdollista. Tunnelmoinnista tilanteeseen, jossa viisauden hammas poistetaan peräreiän kautta. Jeeees. Simone Massaron plimputteli samaan kuosiin istuen oman soittopelinsä kieliä. Sähkö oli yksi olennainen tekijä hänen osaamisensä korostajana, kuten myös Jamaaladeen Tacuman bassottelussa. Kelpo pelimanneja molemmat. Massimiliano Sorrentinin ja Federico Scettrin kalvotaiteilu ja peltiakrobatia tuki toisten herrojen välillä kaoottisen rytmiseksikin äitynyttä menoa ja meininkiä jyrmeän voimakkaasti. Tai tarvittaessa kokonaan sivuraiteella leväten. Kelpo kopistelua myös heiltä. Lopputuloksena… aikalainen rytminen ja äänimaailmallinen yhteenhitsaus. Spiritualis-hypnoottinen värikirjo, jossa maallinen ja henkinen muuttuivat joksikin… uskoksi… rytmiksi… klimaksiksi. Parin raidan balladinomaista hissuttelua lukuunottamatta meno oli jopa saatanallisen riehakasta…Toiset tykkäävät tällaisesta. Toiset eivät voi sietää. Minä kuulun ensimmäiseen kategoriaan… (OR)
Piero Bittolo Bon e Jamaaladeen Tacuma.. ecco Mucho Acustica
Long Song Records è orgogliosa di presentarvi “Mucho Acustica”: una session potente e totalmente improvvisata dalla nuova band di Piero: “The Original Pigneto Stompers”, con doppia batteria, chitarra elettrica, e speciale guest al basso elettrico Jamaaladeen Tacuma. Per anteprima e acquisti trova la copertina nel menu a sinistra e buon ascolto!Long Song Records is very proud to present: “Mucho Acustica”.
A totally improvised and powerful session by Piero’s new band “The Original Pigneto Stompers”, with double drums, electric guitars and special guest electric bass giant Jamaaladeen Tacuma. Check audio preview from the menu on your left and enjoy this fine release!
Mucho Acustica – DMG
Piero Bittolo Bon on alto & bari saxes, Simone Massaron on electric & baritone guitars & loops, Jamaaladeen Tacuma on electric bass and Massimiliano Sorrentini & Federico Scettri on drums. We hadn’t heard from the Long Song label in a while so it was great to get this disc in the mail. Besides superstar bassist Jamaaladeen Tacuma, each of these players can be found in previous Italian ensembles. Leader & saxist Piero Bittolo Bon has a disc on El Gallo Rojo as well as on Clean Feed. Guitarist Simone Massaron is on a few earlier Long Song discs. The drummers I don’t really know of before this.
Although all of this music was improvised, this quintet is extremely tight, focused and filled with exuberance. This disc opens with Jamaaladeen’s furious electric bass spinning quickly until the rest of the band comes jumps into the groove, funky and burning! The group gets into a harmelodic groove, with all five members spinning tightly around one another. It is pretty rare to hear music that makes you want to dance and listen at the same time, but that is what the first piece (“DFW/Calypso de Pelo”) actually does. “Simpri Indenant” is a fine laid back duo for electric bass and alto sax that sounds like an warm conversation between two old friends. “Moon Liver” builds from a quiet calm while the Jamaaladeen takes a long, thoughtful story-like solo, the sound of his bass and the way his plucks those strings completely distinctive. By the fourth track, the rhythm team is soaring with some incredible guitar work from Mr. Massaron as he changes the tome of his guitar throughout the entire piece. He uses occasional elements of distortion while playing one of the hottest jazz/rock guitar solos around. Simone ends his long solo with an impressive bluesy conclusion. This entire disc flows organically from beginning to the end with amazing playing from all five members throughout. – Bruce Lee Gallanter, Downtown Music GalleryPiero Bittolo Bon on alto & bari saxes, Simone Massaron on electric & baritone guitars & loops, Jamaaladeen Tacuma on electric bass and Massimiliano Sorrentini & Federico Scettri on drums. We hadn’t heard from the Long Song label in a while so it was great to get this disc in the mail. Besides superstar bassist Jamaaladeen Tacuma, each of these players can be found in previous Italian ensembles. Leader & saxist Piero Bittolo Bon has a disc on El Gallo Rojo as well as on Clean Feed. Guitarist Simone Massaron is on a few earlier Long Song discs. The drummers I don’t really know of before this.
Although all of this music was improvised, this quintet is extremely tight, focused and filled with exuberance. This disc opens with Jamaaladeen’s furious electric bass spinning quickly until the rest of the band comes jumps into the groove, funky and burning! The group gets into a harmelodic groove, with all five members spinning tightly around one another. It is pretty rare to hear music that makes you want to dance and listen at the same time, but that is what the first piece (“DFW/Calypso de Pelo”) actually does. “Simpri Indenant” is a fine laid back duo for electric bass and alto sax that sounds like an warm conversation between two old friends. “Moon Liver” builds from a quiet calm while the Jamaaladeen takes a long, thoughtful story-like solo, the sound of his bass and the way his plucks those strings completely distinctive. By the fourth track, the rhythm team is soaring with some incredible guitar work from Mr. Massaron as he changes the tome of his guitar throughout the entire piece. He uses occasional elements of distortion while playing one of the hottest jazz/rock guitar solos around. Simone ends his long solo with an impressive bluesy conclusion. This entire disc flows organically from beginning to the end with amazing playing from all five members throughout. – Bruce Lee Gallanter, Downtown Music Gallery