Antonio Fusco

Sempre attento e disponibile alle nuove tendenze del jazz e della musica in generale. Il suo stile prende spunto da matrici prettamente rock e jazzistiche, fino ad arrivare alla musica sperimentale d’avanguardia. Attualmente è impegnato in diverse formazioni del panorama jazzistico italiano tra cui Giovanni Falzone “Electris”,Giovanni Falzone “Contemporary Orchestra”, Tino Tracanna “Acrobats 5et, No pair, Rino De Patre Trio, Antonio Zambrini Trio. Nel 2011 fonda il progetto “Antonio Fusco Sextet- Suite For Motian” un omaggio alla grande musica di Bill Evans e allo storico batterista Paul Motian (25 marzo 1931 – New York, 22 novembre 2011). L’album è stato pubblicato lo scorso febbraio 2014 con l’etichetta discografica dell’Auditorium Parco Della Musica di Roma: Parco Della Musica Records.
Nel dicembre 2013 nasce il nuovo progetto a suo nome “ A.FUSCO THE BILBO TRIO” con due musicisti della scena Inglese: il pianista e compositore Bruno Heinen e il contrabbassista Danese Henrik Jensen.
Ha collaborato con importanti nomi del panorama jazzistico italiano ed internazionale tra cui: Giovanni Falzone, Paolo Fresu, Tino Tracanna, Bebo Ferra, Paolino Dalla Porta, Antonio Zambrini, Roberto Cecchetto, Attilio Zanchi, Gigi Cifarelli, Steve watts, George Crowley, kristian Borrin, Garrison Fewell, Bruno Hinen, Gabriele Mirabassi e molti altri.
E’ inoltre endorser delle prestigiose batterie Giapponesi CANOPUS e delle GRANCASSE QUADRE TQ. Sempre attento e disponibile alle nuove tendenze del jazz e della musica in generale. Il suo stile prende spunto da matrici prettamente rock e jazzistiche, fino ad arrivare alla musica sperimentale d’avanguardia. Attualmente è impegnato in diverse formazioni del panorama jazzistico italiano tra cui Giovanni Falzone “Electris”,Giovanni Falzone “Contemporary Orchestra”, Tino Tracanna “Acrobats 5et, No pair, Rino De Patre Trio, Antonio Zambrini Trio. Nel 2011 fonda il progetto “Antonio Fusco Sextet- Suite For Motian” un omaggio alla grande musica di Bill Evans e allo storico batterista Paul Motian (25 marzo 1931 – New York, 22 novembre 2011). L’album è stato pubblicato lo scorso febbraio 2014 con l’etichetta discografica dell’Auditorium Parco Della Musica di Roma: Parco Della Musica Records.
Nel dicembre 2013 nasce il nuovo progetto a suo nome “ A.FUSCO THE BILBO TRIO” con due musicisti della scena Inglese: il pianista e compositore Bruno Heinen e il contrabbassista Danese Henrik Jensen.
Ha collaborato con importanti nomi del panorama jazzistico italiano ed internazionale tra cui: Giovanni Falzone, Paolo Fresu, Tino Tracanna, Bebo Ferra, Paolino Dalla Porta, Antonio Zambrini, Roberto Cecchetto, Attilio Zanchi, Gigi Cifarelli, Steve watts, George Crowley, kristian Borrin, Garrison Fewell, Bruno Hinen, Gabriele Mirabassi e molti altri.
E’ inoltre endorser delle prestigiose batterie Giapponesi CANOPUS e delle GRANCASSE QUADRE TQ.

Dario Trapani

(1987) Chitarrista, compositore e arrangiatore, studia con B. Ferra, R. Ciammarughi, Paolo Silvestri e F. Spadea e si diploma con lode in chitarra jazz al Conservatorio Verdi di Milano. Da sempre interessato alla scrittura e alla produzione digitale, impara da autodidatta i rudimenti della composizione e dell’arrangiamento popoular sui sequencer fino a vincere nel 2007 il concorso CreaMusica Project presso il Centro Professione Musica di Milano.
Una volta scoperto il jazz fonda Bop Chop insieme a Michele Guaglio e Riccardo Chiaberta, trio con cui vince il premio di Miglior jazz band italiana under 30 al Fara Music Festival 2010 di Fara Sabina (RI). Nel 2010 viene selezionato all’interno del Kilikà ensemble di R. Ciammarughi, un’idea sperimentale che si appoggia sull’utilizzo di un software che converte i movimenti in suono.
L’anno successivo insieme ai MU entra in studio per il suo primo lavoro discografico, Sensilenti, prodotto da Abeat. Seguono MU play Crookers EP nel 2011 e Drop Outs nel 2012. Durante l’estate 2012 frequenta i seminari di Siena Jazz. Nell’ aprile 2013 soggiorna a New York City per un periodo in cui ha modo di frequentare le jam session di Small’s, Fat Cat e Cleopatra’s Needle e di studiare con Gilad Hekselman e Ben Wendel. Poco dopo torna a Siena Jazz per seguire le lezioni di Nir Felder e altri. Ad oggi guida un quintetto a suo nome orientato verso le composizioni originali, dirige il collettivo Thelonious Monk del Conservatorio G. Verdi, nonetto per cui scrive arrangiamenti originali, ed è membro di Four Winds di Tino Tracanna. E’ il chitarrista della Chromatic Orchestra, quintetto sperimentale, in un progetto che fonde musica e realtime graphics. Collabora inoltre con A. Dulbecco, S. Mateen, R. Ciammaruhi, A. Succi, C. Sudhalter, G. Falzone, Tino Tracanna, F. Lento, DJ Phra (Crookers), G. Di Ienno, A. Pache, A. Orciari, R. Manzoli, A. Fusco, N. Cattaneo, R. Paglieri, V. Sicbaldi, G. Bombardieri, S. Severini, C. Battaglia, N. Ricci, M. Rottoli, R. Chiaberta, A. Rossi, C. Ottaviano e si esibisce a Umbria Jazz, Tones on the Stones, Stresa Festival, MiTo, Jazz in Sarpi, Ah Um Jazz Festival, Bluenote, Milestone, White Trash (Berlin).
(1987) Chitarrista, compositore e arrangiatore, studia con B. Ferra, R. Ciammarughi, Paolo Silvestri e F. Spadea e si diploma con lode in chitarra jazz al Conservatorio Verdi di Milano. Da sempre interessato alla scrittura e alla produzione digitale, impara da autodidatta i rudimenti della composizione e dell’arrangiamento popoular sui sequencer fino a vincere nel 2007 il concorso CreaMusica Project presso il Centro Professione Musica di Milano.
Una volta scoperto il jazz fonda Bop Chop insieme a Michele Guaglio e Riccardo Chiaberta, trio con cui vince il premio di Miglior jazz band italiana under 30 al Fara Music Festival 2010 di Fara Sabina (RI). Nel 2010 viene selezionato all’interno del Kilikà ensemble di R. Ciammarughi, un’idea sperimentale che si appoggia sull’utilizzo di un software che converte i movimenti in suono.
L’anno successivo insieme ai MU entra in studio per il suo primo lavoro discografico, Sensilenti, prodotto da Abeat. Seguono MU play Crookers EP nel 2011 e Drop Outs nel 2012. Durante l’estate 2012 frequenta i seminari di Siena Jazz. Nell’ aprile 2013 soggiorna a New York City per un periodo in cui ha modo di frequentare le jam session di Small’s, Fat Cat e Cleopatra’s Needle e di studiare con Gilad Hekselman e Ben Wendel. Poco dopo torna a Siena Jazz per seguire le lezioni di Nir Felder e altri. Ad oggi guida un quintetto a suo nome orientato verso le composizioni originali, dirige il collettivo Thelonious Monk del Conservatorio G. Verdi, nonetto per cui scrive arrangiamenti originali, ed è membro di Four Winds di Tino Tracanna. E’ il chitarrista della Chromatic Orchestra, quintetto sperimentale, in un progetto che fonde musica e realtime graphics. Collabora inoltre con A. Dulbecco, S. Mateen, R. Ciammaruhi, A. Succi, C. Sudhalter, G. Falzone, Tino Tracanna, F. Lento, DJ Phra (Crookers), G. Di Ienno, A. Pache, A. Orciari, R. Manzoli, A. Fusco, N. Cattaneo, R. Paglieri, V. Sicbaldi, G. Bombardieri, S. Severini, C. Battaglia, N. Ricci, M. Rottoli, R. Chiaberta, A. Rossi, C. Ottaviano e si esibisce a Umbria Jazz, Tones on the Stones, Stresa Festival, MiTo, Jazz in Sarpi, Ah Um Jazz Festival, Bluenote, Milestone, White Trash (Berlin).

Gianluca Elia

Musicista attivo a Milano immerso nella ricerca di azione e riflessione, individualità e collettività, presenza e assenza, sperimenta con la creatività in differenti modi, mescolando gli elementi trovati nella ricerca stessa, attraverso il suono. Studia grazie agli insegnamenti di Rudi Manzoli, Giulio Visibelli, Ausonio Calò e svariate masterclass dal jazz al free (George Garzone, Marcello Allulli, Lorenzo Fontana, Micheal Blake, Tristan Honsinger). Partecipo da circa tre anni a laboratori di ricerca tra musica e danza con l’associazione TAKLA. Da sempre volto ad attribuire la massima importanza al lavoro di forgiatura musicale, le sue più importanti. Esperienze sono la Delirium Jazz Band, i Figli di Pulcinella e l’ Innesco Trio – un trio di ricerca collettiva con cui condivide la musica attraverso vari gradi di forme sperimentali, dall’improvvisazione libera alla ricerca timbrica o formale. Collabora con numerosi progetti caratterizzati da composizioni originali e da gradi di apertura alla creazione istantanea: TAKLA Jazz Quintet – Tributo a Massimo Urbani, AWOS Quartet – quartetto di free jazz a nome di Daniele Cavallanti, NuCreative Jazz Ensemble e Milano Contemporary Art Ensemble, due progetti ideati e diretti da Daniele Cavallanti, Francesco Chiapperini NoPair, Samparka – quartetto ideato e diretto da Pasquale Calò, all’interno del collettivo (da lui fondato) Mediterraneo Radicale.Musicista attivo a Milano immerso nella ricerca di azione e riflessione, individualità e collettività, presenza e assenza, sperimenta con la creatività in differenti modi, mescolando gli elementi trovati nella ricerca stessa, attraverso il suono. Studia grazie agli insegnamenti di Rudi Manzoli, Giulio Visibelli, Ausonio Calò e svariate masterclass dal jazz al free (George Garzone, Marcello Allulli, Lorenzo Fontana, Micheal Blake, Tristan Honsinger). Partecipo da circa tre anni a laboratori di ricerca tra musica e danza con l’associazione TAKLA. Da sempre volto ad attribuire la massima importanza al lavoro di forgiatura musicale, le sue più importanti. Esperienze sono la Delirium Jazz Band, i Figli di Pulcinella e l’ Innesco Trio – un trio di ricerca collettiva con cui condivide la musica attraverso vari gradi di forme sperimentali, dall’improvvisazione libera alla ricerca timbrica o formale. Collabora con numerosi progetti caratterizzati da composizioni originali e da gradi di apertura alla creazione istantanea: TAKLA Jazz Quintet – Tributo a Massimo Urbani, AWOS Quartet – quartetto di free jazz a nome di Daniele Cavallanti, NuCreative Jazz Ensemble e Milano Contemporary Art Ensemble, due progetti ideati e diretti da Daniele Cavallanti, Francesco Chiapperini NoPair, Samparka – quartetto ideato e diretto da Pasquale Calò, all’interno del collettivo (da lui fondato) Mediterraneo Radicale.

Francesco Chiapperini

Si diploma in clarinetto presso l’Istituto Civico Gaetano Donizetti; dopo una breve esperienza all’interno dell’orchestra “I pomeriggi musicali di Milano” e diverse collaborazioni con orchestre fiati d’Italia (Gazzaniga, Samassi, Rovereto, intraprende lo studio del sassofono contralto con Daniele Cavallanti. Attraverso la sua guida diventa primo sassofonista del workshop Creative Jazz Orchestra, fondato e diretto dallo stesso Cavallanti: collettivo di musica contemporanea ispirata a formazioni ed esperienze free come la J.C.O, la Liberation Orchestra, la Global Unity e l’Italian Instabile Orchestra.
Ha partecipato a diversi seminari e incontri di musica jazz, tra cui i seminari internazionali di Sant’Anna Arresi, dove vince una borsa di studio come miglior sassofonista e come miglior gruppo di musica di insieme, quelli estivi di Siena Jazz (40ma edizione), per cui ha vinto una borsa di studio come sassofonista.
Partecipa a diversi Festival italiani come quello di Sant’Anna Arresi, Ah-Um Jazz Festival, Novara Jazz, Trentino Jazz Festival, Clusone Jazz e San Severo Jazz.
Nato a Bari nel 1978, vive a Milano, ha all’attivo sei progetti come leader: NoPair, NidoWorkshop, InSight Trio, Extemporary Vision Ensemble, Marcos Quartet e Electric! Electric! collaborando con Antonio Fusco nel progetto “Suite for Motian” e con Daniele Cavallanti nella “Milano Contemporary Art Ensemble”.Si diploma in clarinetto presso l’Istituto Civico Gaetano Donizetti; dopo una breve esperienza all’interno dell’orchestra “I pomeriggi musicali di Milano” e diverse collaborazioni con orchestre fiati d’Italia (Gazzaniga, Samassi, Rovereto, intraprende lo studio del sassofono contralto con Daniele Cavallanti. Attraverso la sua guida diventa primo sassofonista del workshop Creative Jazz Orchestra, fondato e diretto dallo stesso Cavallanti: collettivo di musica contemporanea ispirata a formazioni ed esperienze free come la J.C.O, la Liberation Orchestra, la Global Unity e l’Italian Instabile Orchestra.
Ha partecipato a diversi seminari e incontri di musica jazz, tra cui i seminari internazionali di Sant’Anna Arresi, dove vince una borsa di studio come miglior sassofonista e come miglior gruppo di musica di insieme, quelli estivi di Siena Jazz (40ma edizione), per cui ha vinto una borsa di studio come sassofonista.
Partecipa a diversi Festival italiani come quello di Sant’Anna Arresi, Ah-Um Jazz Festival, Novara Jazz, Trentino Jazz Festival, Clusone Jazz e San Severo Jazz.
Nato a Bari nel 1978, vive a Milano, ha all’attivo sei progetti come leader: NoPair, NidoWorkshop, InSight Trio, Extemporary Vision Ensemble, Marcos Quartet e Electric! Electric! collaborando con Antonio Fusco nel progetto “Suite for Motian” e con Daniele Cavallanti nella “Milano Contemporary Art Ensemble”.

Monsieur Délire – The Sauna Session

PBB, c’est le multi-instrumentiste Piero Bittolo Bon (saxo alto, contrebasse, larsens), et son ensemble Lacus Amoenus est un quintette d’improvisation joliment anarchique. On y trouve le trompettiste de l’heure, Peter Evans, plus un guitariste (Simone Massaron), un tubiste (Glauco Benedetti) et un batteur (Tommaso Cappellato) que je ne connaissais pas. Le disque est très long, 74 minutes, mais on s’y amuse beaucoup. Impro libre déjantée, folle, qui coalesce parfois en rythmes et en mélodies instantanées (à moins qu’il y ait un degré d’écriture plus prononcé que je le crois). “Matador? Matador??” est loufoque et terriblement efficace. En fait, les pièces longues (il y en a quatre) ont beaucoup de substance, tandis que les sept autres pièces, parfois très courtes, développent des idées précises et rigolotes qui nous transportent complètement ailleurs, souvent sans avertissement. Recommandé.
PBB is multi-instrumentalist Piero Bittolo Bon (alto sax, contrabass, feedback), and his ensemble Lacus Amoenus is a refreshingly chaotic improvising quintet. Star trumpeter Peter Evans is the only member I knew. There’s also a guitarist (Simone Massaron), a tuba player (Glauco Benedetti), and a drummer (Tommaso Cappellato). It’s a very long record, 74 minutes, but it’s also a lot of fun. Off-kilter free improvisation that can coalesce into spontaneous beats and melodies, unless there’s more composition involved than I suspected initially. “Matador? Matador??” is silly and extremely effective. In fact, the long tracks (four of them including “Matador”) all have much substance, while the other seven tracks, much shorter, develop specific and often humorous ideas that take somewhere else entirely, usually without warning. Recommended.PBB, c’est le multi-instrumentiste Piero Bittolo Bon (saxo alto, contrebasse, larsens), et son ensemble Lacus Amoenus est un quintette d’improvisation joliment anarchique. On y trouve le trompettiste de l’heure, Peter Evans, plus un guitariste (Simone Massaron), un tubiste (Glauco Benedetti) et un batteur (Tommaso Cappellato) que je ne connaissais pas. Le disque est très long, 74 minutes, mais on s’y amuse beaucoup. Impro libre déjantée, folle, qui coalesce parfois en rythmes et en mélodies instantanées (à moins qu’il y ait un degré d’écriture plus prononcé que je le crois). “Matador? Matador??” est loufoque et terriblement efficace. En fait, les pièces longues (il y en a quatre) ont beaucoup de substance, tandis que les sept autres pièces, parfois très courtes, développent des idées précises et rigolotes qui nous transportent complètement ailleurs, souvent sans avertissement. Recommandé.
PBB is multi-instrumentalist Piero Bittolo Bon (alto sax, contrabass, feedback), and his ensemble Lacus Amoenus is a refreshingly chaotic improvising quintet. Star trumpeter Peter Evans is the only member I knew. There’s also a guitarist (Simone Massaron), a tuba player (Glauco Benedetti), and a drummer (Tommaso Cappellato). It’s a very long record, 74 minutes, but it’s also a lot of fun. Off-kilter free improvisation that can coalesce into spontaneous beats and melodies, unless there’s more composition involved than I suspected initially. “Matador? Matador??” is silly and extremely effective. In fact, the long tracks (four of them including “Matador”) all have much substance, while the other seven tracks, much shorter, develop specific and often humorous ideas that take somewhere else entirely, usually without warning. Recommended.

Monsieur Délire – Haptikon

Du grand Elliott Sharp, ce Haptikon: boucles de batterie tirées d’enregistrements de Terraplane et de Carbon, sur lesquelles E# a posé des pistes de basse, d’électroniques et de guitares, et des solos souvent déchaînés. Ça faisait longtemps que je n’avais pas entendu un disque aussi étoffé de la part d’E#, et ça fait du bien. À la fois calculé et viscéral, entre rock, jazz et blues. Du grand Sharp, autant dans les moments frénétiques que dans un morceau plus doux comme l’élégante “Finger of Speech”.
A major Elliott Sharp release. Drum loops taken from recordings by Terraplane and Carbon, over which E# has laid bass tracks, electronics, and plenty of guitars, including some pretty wild solos. I hadn’t heard an album this expansive – this band-like – from E# in a long time, and it feels good. Both calculated and visceral, between/across rock, jazz, and blues. Great Sharp, both in the more frenetic moments and in a quieter track like the elegant “Finger of Speech”.Du grand Elliott Sharp, ce Haptikon: boucles de batterie tirées d’enregistrements de Terraplane et de Carbon, sur lesquelles E# a posé des pistes de basse, d’électroniques et de guitares, et des solos souvent déchaînés. Ça faisait longtemps que je n’avais pas entendu un disque aussi étoffé de la part d’E#, et ça fait du bien. À la fois calculé et viscéral, entre rock, jazz et blues. Du grand Sharp, autant dans les moments frénétiques que dans un morceau plus doux comme l’élégante “Finger of Speech”.
A major Elliott Sharp release. Drum loops taken from recordings by Terraplane and Carbon, over which E# has laid bass tracks, electronics, and plenty of guitars, including some pretty wild solos. I hadn’t heard an album this expansive – this band-like – from E# in a long time, and it feels good. Both calculated and visceral, between/across rock, jazz, and blues. Great Sharp, both in the more frenetic moments and in a quieter track like the elegant “Finger of Speech”.