linkiesta.it – Musica Da Cucina

La chitarra è accordata? Il volume del microfono è a posto? Avete sistemato quelle forchette? C’è acqua nel bollitore? Dov’è la grattugia?

Non sappiamo esattamente quali siano le preoccupazioni di Fabio Bonelli quando sale sul palco. Ma ci piace pensare che assomiglino un po’ a quelle di uno chef del suono, intento a cucinare per il suo pubblico dei gustosi manicaretti musicali. L’originalissimo compositore, anima e core del progetto Musica da Cucina, ha appena pubblicato un nuovo album, seguito dell’ottimo disco d’esordio datato 2007.

Anche stavolta Bonelli regala piccole gemme, mescolando strumenti musicali tradizionali – chitarra, armonica, pianoforte, clarinetto – ai più comuni utensili da cucina: posate, bicchieri, un bollitore, un apriscatole, pentole e mestoli. Il risultato, in questa seconda puntata (o portata?), è eccellente: un synth-pop onirico dai piacevoli inserti elettrici, raffinato e poetico, che dà il meglio di sé in “Today”, “For Ellen” e nella conclusiva “Pasta madre”.

In questo video potete vedere Musica da Cucina all’opera:

Contorno. Per accompagnare la degustazione di Musica da Cucina suggeriamo questo bellissimo blog. Si chiama TurnTable Kitchen ed è gestito da Kasey e Matthew, che vi propongono buona musica abbinata a ottime ricette. Agli spunti musico-culinari si aggiunge una compilation in free download ogni mese. Qui trovate quella di novembre.

La chitarra è accordata? Il volume del microfono è a posto? Avete sistemato quelle forchette? C’è acqua nel bollitore? Dov’è la grattugia?

Non sappiamo esattamente quali siano le preoccupazioni di Fabio Bonelli quando sale sul palco. Ma ci piace pensare che assomiglino un po’ a quelle di uno chef del suono, intento a cucinare per il suo pubblico dei gustosi manicaretti musicali. L’originalissimo compositore, anima e core del progetto Musica da Cucina, ha appena pubblicato un nuovo album, seguito dell’ottimo disco d’esordio datato 2007.

Anche stavolta Bonelli regala piccole gemme, mescolando strumenti musicali tradizionali – chitarra, armonica, pianoforte, clarinetto – ai più comuni utensili da cucina: posate, bicchieri, un bollitore, un apriscatole, pentole e mestoli. Il risultato, in questa seconda puntata (o portata?), è eccellente: un synth-pop onirico dai piacevoli inserti elettrici, raffinato e poetico, che dà il meglio di sé in “Today”, “For Ellen” e nella conclusiva “Pasta madre”.

In questo video potete vedere Musica da Cucina all’opera:

Contorno. Per accompagnare la degustazione di Musica da Cucina suggeriamo questo bellissimo blog. Si chiama TurnTable Kitchen ed è gestito da Kasey e Matthew, che vi propongono buona musica abbinata a ottime ricette. Agli spunti musico-culinari si aggiunge una compilation in free download ogni mese. Qui trovate quella di novembre.

Musica Da Cucina

Musica da cucina a partire dal 2007 ha effettuato circa 300 concerti in tutta Europa e oltre suonando in teatri, case, ristoranti, mense, orti pubblici, scuole, nursery, gallerie d’arte, rassegne e festival di vario tipo (musica sperimentale, cinema, teatro, enogastronomia).
In Evidenza: – Opening act per le Amiina – il quartetto d’archi dei Sigur Ros – durante i loro Tour Europei in Italia, Germania ed Austria (2007 e 2010)
– Collaborazioni e performance con il Milano Film Festival e l’Associazione Esterni (Milano, 2007-2009)
– Sonorizzazione dal vivo del film muto “La chute de la maison Usher” di Jean Epstein (1928), per il Morbegno Film Festival (Morbegno – SO, 2007), e per la rassegna cinematografica Esterni per il Cinema Gnomo (Milano, 2009)
– Sonorizzazione del film non muto “La Luna Nera” di Louis Malle (1975) (2011)
– Partecipazione alla Rassegna “Territori in Festival”, organizzata da “Il Gastronauta”, a cura di Davide Paolini per Radio 24 (Montecatini Terme – PT, 2008)
– Concerto nell’ambito della Rassegna “Viaggiatori di Note”, tra gli ospiti anche Petra Magoni e Raiz (Ischia – NA, 2008)
– Sonorizzazione dal vivo presso la Città dell’Arte – Fondazione Pistoletto (Biella, 2008) – Partecipazione all’evento di Apertura di “Linz città culturale d’eruropa” (Linz, Austria,
2009)
– Partecipazione al Festival Soulfood; performance al Teatro Eliseo di Roma a fianco di Enzo Pietropaoli e Don Pasta (Roma, 2009)
– Collaborazioni e concerti per SlowFood, tra cui la manifestazione internazionale Cheese (Bra CN, 2009)
– Sonorizzazione dal vivo nell’ambito della mostra di Daniel Spoerri presso il Museo d’Arte contemporanea Villa Croce “Daniel Spoerri: Dai Tableaux-Pièges agli Idoli di Prillwitz” (Genova, 2010)
– Partecipazione al festival MONA FOMA ad Hobart, Tasmania (Australia) organizzato da Brian Ritchie (Violent Femmes) condividendo il programma con artisti del calibro di Philip Glass, Nick Cave, Amanda Palmer, Jon Rose (Hobart, Tasmania AUS, 2011)Italian musician FABIO BONELLI (from Morbegno, a small town near the Alps) started the project Musica da Cucina in 2005, with the idea of translating into music and evoking through sounds the atmosphere, the warmth and the intimacy of the kitchen; a special place where people spend a long time of their existence (at any stage: as children, adult and elders) and where stories, traditions, culture, gestures, emotions, smells and scents blend together to create a world of its own, as magic as very much connected to daily and material life.

With an approach that is both playful and serious and holds together spontaneity, improvisation and a high level of musical skill and detailed research on sounds, Fabio Bonelli rides the line between song structure (led by instruments such as guitar, accordion, clarinet) and sound textures (realized with the creative use of kitchen tools/objects such as: kettle, dishes, glasses, pots and pans, cutlery, tin foil and anything that Fabio would find in flea markets or old dusty attics…). The result is a music project that stands on its own – as the two cds (the first sold out, the second just released and already acclaimed) testify – and reminds of indie-lo-fi songwriting such as the first Sparklehorse or of folktronica acts from Morr Music catalogue or of a pop version of Einsturzende Neubauten…..

It’s in the live dimension that Fabio Bonelli/Musica da Cucina expresses his best, the performance being a poetic, mesmerizing and scenically powerful experience for the listener (who is also invited to take part to it, towards the end). Since the time it came to life, Musica da Cucina has played hundreds of concerts all around Europe and in very different types of spaces and contexts: houses, restaurants, cellars, gardens, schools, theatres, clubs, art galleries, museums, food and wine festivals.

 

Musica da Cucina opened for AMIINA (icelandic band made of Sigur Ros string quartet) on their italian, austrian and german dates in 2007 and 2010 (only in Italy) and was invited to the 2011 edition of MOMA FOMA festival, in Hobart, Tasmania (Aus), directed by Brian Ritchie (Violent Femmes) and sharing the stage with artists like Philip Glass, Nick Cave, Amanda Palmer, Jon Rose and many more.

 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TZESULpWN_w

http://vimeo.com/20683776

Musica Da Cucina – BlowUp

Si presenta alla perfezione lui stesso: “li progetto Musica da cucina nasce nel 2005 da un’idea di Fabio Bonelli. Alla fonte, l’idea di catturare i suoni della cucina, creando un tappeto sonoro su cui chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce tessono intime melodie”. Ed è esattamente questo: un piccolo mondo antico e sonoro fatto di piccole e gracili composizioni casalinghe (in tutti i sensi) nelle quali le forchette sforchettano, i contenitori si percuotono, le chitarre strimpellano, i bicchieri tintinnano, i cavatappi scoppiettano, i clarinetti pacioneggiano, i bollitori fischiano. Quasi sempre strumentale (ma ci sono anche delle voci e tanti col- li laboratori), la musica di Fabio Bonelli è molto invernale e intima, non pretende di provocare fitte al cuore ma impregna le pareti e culla dolcemente, oltre a sfruttare al meglio un’idea abbastanza bizzarra e abbastanza nazionalpopolare da irretire anche i festival culinari, tanto più che la dimensione dal vivo di questo progetto è tutta da gustare, come si suol dire. (7)Si presenta alla perfezione lui stesso: “li progetto Musica da cucina nasce nel 2005 da un’idea di Fabio Bonelli. Alla fonte, l’idea di catturare i suoni della cucina, creando un tappeto sonoro su cui chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce tessono intime melodie”. Ed è esattamente questo: un piccolo mondo antico e sonoro fatto di piccole e gracili composizioni casalinghe (in tutti i sensi) nelle quali le forchette sforchettano, i contenitori si percuotono, le chitarre strimpellano, i bicchieri tintinnano, i cavatappi scoppiettano, i clarinetti pacioneggiano, i bollitori fischiano. Quasi sempre strumentale (ma ci sono anche delle voci e tanti col- li laboratori), la musica di Fabio Bonelli è molto invernale e intima, non pretende di provocare fitte al cuore ma impregna le pareti e culla dolcemente, oltre a sfruttare al meglio un’idea abbastanza bizzarra e abbastanza nazionalpopolare da irretire anche i festival culinari, tanto più che la dimensione dal vivo di questo progetto è tutta da gustare, come si suol dire. (7)

Musica Da Cucina – Rockerilla

Nel 1973, i Pink Floyd si dedicarono a registrareHousehold Objects. Fra pentole, orologi, elastici e scatole di fiammiferi, non ne uscì nulla di pubblicabile, ma dopo un po’ incisero Dark Side of the Moon. Non è il caso di Fabio Bonelli a.k.a. Musica da Cucina, fondatore del laboratorio creativo People from the Mountains, con il pallino di catturare i suoni della cucina (acqua che scorre o che bolle, il fischio del bollitore, le posate sui piatti o sui bicchieri), legandole a strumenti quali: chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce. Per Bonelli è un punto di partenza e un proprio percorso artistico, che in questo lavoro si è tradotto in una forma levigata e assai raffinata di cantautorato.Nel 1973, i Pink Floyd si dedicarono a registrareHousehold Objects. Fra pentole, orologi, elastici e scatole di fiammiferi, non ne uscì nulla di pubblicabile, ma dopo un po’ incisero Dark Side of the Moon. Non è il caso di Fabio Bonelli a.k.a. Musica da Cucina, fondatore del laboratorio creativo People from the Mountains, con il pallino di catturare i suoni della cucina (acqua che scorre o che bolle, il fischio del bollitore, le posate sui piatti o sui bicchieri), legandole a strumenti quali: chitarra, clarinetto, fisarmonica e voce. Per Bonelli è un punto di partenza e un proprio percorso artistico, che in questo lavoro si è tradotto in una forma levigata e assai raffinata di cantautorato.

Musica Da Cucina

“musica invernale e intima che impregna le pareti e culla dolcemente” – BLOW UP
“un disco insolito e poetico a cui è davvero un piacere abbandonarsi” –BUSCADERO
“una forma levigata e assai raffinata di cantautorato” – ROCKERILLA
“come se l’intimistico pop lo-fi “da cameretta” dei ’90 si fosse trasferito nella vicina cucina” – RUMORE

…i suoni della cucina, intimità e atmosfere del tintinnio di bicchieri e del fischio del bollitore in una performance che cresce piano piano, come una pietanza nel forno, svelando la magia dei gesti quotidiani. Esce a Novembre per Long Song Records il secondo disco di Musica da Cucina, registrato a Morbegno (SO) da Lorenzo Monti e prodotto da Fabrizio Perissinotto. Il nuovo omonimo disco segue e sviluppa la linea del primo, unendo suoni concreti a melodie e suggestioni folk e pop, divagazioni ambient e oniriche a una sorta di cantautorato intimo e minimale per chitarra, voce e tavolo apparecchiato.

Italian musician FABIO BONELLI (from Morbegno, a small town near the Alps) started the project Musica da Cucina in 2005, with the idea of translating into music and evoking through sounds the atmosphere, the warmth and the intimacy of the kitchen; a special place where people spend a long time of their existence (at any stage: as children, adult and elders) and where stories, traditions, culture, gestures, emotions, smells and scents blend together to create a world of its own, as magic as very much connected to daily and material life.

With an approach that is both playful and serious and holds together spontaneity, improvisation and a high level of musical skill and detailed research on sounds, Fabio Bonelli rides the line between song structure (led by instruments such as guitar, accordion, clarinet) and sound textures (realized with the creative use of kitchen tools/objects such as: kettle, dishes, glasses, pots and pans, cutlery, tin foil and anything that Fabio would find in flea markets or old dusty attics…). The result is a music project that stands on its own – as the two cds (the first sold out, the second just released and already acclaimed) testify – and reminds of indie-lo-fi songwriting such as the first Sparklehorse or of folktronica acts from Morr Music catalogue or of a pop version of Einsturzende Neubauten…..

It’s in the live dimension that Fabio Bonelli/Musica da Cucina expresses his best, the performance being a poetic, mesmerizing and scenically powerful experience for the listener (who is also invited to take part to it, towards the end). Since the time it came to life, Musica da Cucina has played hundreds of concerts all around Europe and in very different types of spaces and contexts: houses, restaurants, cellars, gardens, schools, theatres, clubs, art galleries, museums, food and wine festivals.

Musica da Cucina opened for AMIINA (icelandic band made of Sigur Ros string quartet) on their italian, austrian and german dates in 2007 and 2010 (only in Italy) and was invited to the 2011 edition of MOMA FOMA festival, in Hobart, Tasmania (Aus), directed by Brian Ritchie (Violent Femmes) and sharing the stage with artists like Philip Glass, Nick Cave, Amanda Palmer, Jon Rose and many more.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TZESULpWN_w

http://vimeo.com/20683776

Blow Up – Mucho Acustica 2

Tra le più fulgide promesse del nuovo jazz italiano, PIERO BITTOLO BON, sassofonista e multistrumentista, fino ad oggi si e fatto conoscere sia come collaboratore nei progetti di altri musicisti (Uri Caine, Anthony Braxtori, Francesso Cusa, trai tanti), sia come membro del collettivo El Gallo Rojo, sia come leader di formazioni quali Jümp The Shark e Rolleroall (non quelli americani, owiamente). Con Mucho Acustica (Long Song) ci presenta il suo nuovo progetto, gli ORIGINAL PIGNETO STOMPERS.
Ad affiancare i suoi sax alto e baritono, troviamo il chitarrista Simone Massaron, il basso funambolico di Jamaaladeen Tacuma (vecchio sodale di Omette Coleman nella sua fase elettrica), le due batterie di Massimiliano Sorrentini e di Federico Scettri. Frutto di una magica session di improvvisazione, le sette tracce di questalbum si stendono oltre l'ora di durata, tempo in cui la base jazz si allarga andando ad inglobare la oarnale voluttuosità del funk, la vibrante intensità del rock e del blues - sentire per credere la stupenda The Day Sandro Bondi Stood Still, dove furoreggia il sempre eccelso Massaron - la visione lirica di una musica che, nel dialogo serrato tra propulsione ritmica e fraseggio spesso in bilico tra ricerca melodica e fantasia free, trova il suo cuore pul-
sante. Davvero un'ottimo lavoro.

Tra le più fulgide promesse del nuovo jazz italiano, PIERO BITTOLO BON, sassofonista e multistrumentista, fino ad oggi si e fatto conoscere sia come collaboratore nei progetti di altri musicisti (Uri Caine, Anthony Braxtori, Francesso Cusa, trai tanti), sia come membro del collettivo El Gallo Rojo, sia come leader di formazioni quali Jümp The Shark e Rolleroall (non quelli americani, owiamente). Con Mucho Acustica (Long Song) ci presenta il suo nuovo progetto, gli ORIGINAL PIGNETO STOMPERS.
Ad affiancare i suoi sax alto e baritono, troviamo il chitarrista Simone Massaron, il basso funambolico di Jamaaladeen Tacuma (vecchio sodale di Omette Coleman nella sua fase elettrica), le due batterie di Massimiliano Sorrentini e di Federico Scettri. Frutto di una magica session di improvvisazione, le sette tracce di questalbum si stendono oltre l'ora di durata, tempo in cui la base jazz si allarga andando ad inglobare la oarnale voluttuosità del funk, la vibrante intensità del rock e del blues - sentire per credere la stupenda The Day Sandro Bondi Stood Still, dove furoreggia il sempre eccelso Massaron - la visione lirica di una musica che, nel dialogo serrato tra propulsione ritmica e fraseggio spesso in bilico tra ricerca melodica e fantasia free, trova il suo cuore pul-
sante. Davvero un'ottimo lavoro.

Blow Up – Mucho Acustica

ll sassofonista Bìttolo vanta una militanza nel Gallo Rojo, così come Simone Massaron. L'altro nome noto che partecipa al progetto è J. Tacuma, membro in passato dei Prime Time di Ornette Coleman. Insomma di carne ai fuoco ce n'è. Aggiungiamo al set due batterie e ci possiamo fare un'idea di quanta potenza di suono può scaturire da un simile organico. Prima traccia: Dfw/Calypso de Pelo, un incastro di basso e chitarra baritono, ritmo serrato e assolo graffiante a sax (anch'esso baritono). Ottimo inizio (un po' Zu). Seconda traccia: Simpri Indenant, dannata nostalgia del jazzista. Non si poteva proseguire con la Calypso precedente? Terza traccia: la nostalgia diventa maniera. Quarte traccia, splendido il titolo: The Day Sandro Bondi
Stood Still, si torna a fare sul serio con un Massaron quanto mai friselliano. Quinta traccia: Stoppani Stomp, grande input colemaniano di Bittolo. Sesta traccia: Tsar Bomba!, ancora walking bass bluesy? Settima e ultima: Tamarrow is the Question, gran bel funk! Insomma i ragazzi ci sanno fare, tanta grinta e ruvidezze a non finire che raramente stonano. Un po' di ironia in più e la ricetta è fatta. (7/8)

ll sassofonista Bìttolo vanta una militanza nel Gallo Rojo, così come Simone Massaron. L'altro nome noto che partecipa al progetto è J. Tacuma, membro in passato dei Prime Time di Ornette Coleman. Insomma di carne ai fuoco ce n'è. Aggiungiamo al set due batterie e ci possiamo fare un'idea di quanta potenza di suono può scaturire da un simile organico. Prima traccia: Dfw/Calypso de Pelo, un incastro di basso e chitarra baritono, ritmo serrato e assolo graffiante a sax (anch'esso baritono). Ottimo inizio (un po' Zu). Seconda traccia: Simpri Indenant, dannata nostalgia del jazzista. Non si poteva proseguire con la Calypso precedente? Terza traccia: la nostalgia diventa maniera. Quarte traccia, splendido il titolo: The Day Sandro Bondi
Stood Still, si torna a fare sul serio con un Massaron quanto mai friselliano. Quinta traccia: Stoppani Stomp, grande input colemaniano di Bittolo. Sesta traccia: Tsar Bomba!, ancora walking bass bluesy? Settima e ultima: Tamarrow is the Question, gran bel funk! Insomma i ragazzi ci sanno fare, tanta grinta e ruvidezze a non finire che raramente stonano. Un po' di ironia in più e la ricetta è fatta. (7/8)

http://chitarraedintorni.blogspot.com/ – Mucho Acustica

Avevo già avuto a che fare con il senso dell’umorismo di Piero Bittolo Bon in occasione dell’ascolto del suo lavoro in duo con Simone Massaron “Massa Bon”, ero quindi già preparato a brani dal titolo curioso e a folate devianti di sassofoni lanciati a tutto vapore. Non ne sono rimasto deluso, Piero è un grande musicista e i suoi Pigneto Stompers, nome improbabile dietro cui si nascondono Simone Massaron alle chitarre, Federico Scettri alla batteria (sul canale sinistro), Massimiliano Sorrentini sempre alla batteria ma sul canale destro, coaudiuvati dal mitico basso elettrico “colemaniano” di Jamaaladeen Tacuma, sono partner formidabili, affiatati e carichi al punto giusto.

Free jazz, in salsa blues veneziana – milanese con aggiunte di funky torrido e condidi da una ritmica dal groove micidiale. Disco fantastico di musica rigorosamente improvvisata ad alta gradazione alcolica.

Come scrive lo stesso Jamaaladeen Tacuma nelle note del disco “Music is a Universal Language” e indipendentemente dalle origini geografiche e dalla formazione culturale dei musicisti qui impegnati il risultato è davvero notevole, ve ne consiglio l’ascolto dopo un paio di spritz veneziani per meglio predisporre le orecchie al favoloso cocktail di suoni e di note da cui sarete felicemente investiti.

Tra l’altro mentre scrivo questa recensione apprendo che sembra che il Comune di Venezia abbia messo al bando il free jazz con una ordinanza apposita indicando nelle cause i possibili effetti nocivi delle dissonanze musicali in esso contenute … forse una rappreseglia contro la chitarra magistrale di Massaron nel brano “The Day Sandro Bondi Stood Still”? Contro il sax torrido “Stoppani Stomp”? Nessuno lo sa, ma “Tamarrow Is The Question”e quindi lanciamo una “Tsar Bomba” e ascoltiamo il disco a tutto volume per le calli di Venezia! Da qualche parte Ornette Coleman sorride .. in modo armolodico ovviamente….

Avevo già avuto a che fare con il senso dell’umorismo di Piero Bittolo Bon in occasione dell’ascolto del suo lavoro in duo con Simone Massaron “Massa Bon”, ero quindi già preparato a brani dal titolo curioso e a folate devianti di sassofoni lanciati a tutto vapore. Non ne sono rimasto deluso, Piero è un grande musicista e i suoi Pigneto Stompers, nome improbabile dietro cui si nascondono Simone Massaron alle chitarre, Federico Scettri alla batteria (sul canale sinistro), Massimiliano Sorrentini sempre alla batteria ma sul canale destro, coaudiuvati dal mitico basso elettrico “colemaniano” di Jamaaladeen Tacuma, sono partner formidabili, affiatati e carichi al punto giusto.

Free jazz, in salsa blues veneziana – milanese con aggiunte di funky torrido e condidi da una ritmica dal groove micidiale. Disco fantastico di musica rigorosamente improvvisata ad alta gradazione alcolica.

Come scrive lo stesso Jamaaladeen Tacuma nelle note del disco “Music is a Universal Language” e indipendentemente dalle origini geografiche e dalla formazione culturale dei musicisti qui impegnati il risultato è davvero notevole, ve ne consiglio l’ascolto dopo un paio di spritz veneziani per meglio predisporre le orecchie al favoloso cocktail di suoni e di note da cui sarete felicemente investiti.

Tra l’altro mentre scrivo questa recensione apprendo che sembra che il Comune di Venezia abbia messo al bando il free jazz con una ordinanza apposita indicando nelle cause i possibili effetti nocivi delle dissonanze musicali in esso contenute … forse una rappreseglia contro la chitarra magistrale di Massaron nel brano “The Day Sandro Bondi Stood Still”? Contro il sax torrido “Stoppani Stomp”? Nessuno lo sa, ma “Tamarrow Is The Question”e quindi lanciamo una “Tsar Bomba” e ascoltiamo il disco a tutto volume per le calli di Venezia! Da qualche parte Ornette Coleman sorride .. in modo armolodico ovviamente….

Jamaaladeen Tacuma

Jamaaladeen Tacuma (born Rudy McDaniel, June 11, 1956) is an American free jazz bassist born in Hempstead, New York, perhaps best known for his albums as bandleader on the Gramavision label and for his work with Ornette Coleman during the 1970s and 1980s (particularly in Coleman’s Prime Time band). Jamaaladeen’s 1988 album Jukebox was nominated for a Grammy Award in 1989, but did not win.
Tacuma was raised in Philadelphia and showed interest in music at a young age, performing with the organist Charles Earland in his teens. Through Earland Tacuma came to know the record producer Reggie Lucas, who introduced Jamaaladeen to Ornette Coleman in 1975 at age 19. As the electric bassist for Coleman’s funky Prime Time group, Tacuma rose to prominence quickly; another notable band member included the guitarist Bern Nix. While with Prime Time, Tacuma relied mostly on traditional technique, picking with his fingers. Later works showcase a more rhythmic, thumb-slapping funk approach.

The first three Prime Time recordings (Dancing in Your Head, Body Meta, and Of Human Feelings, all recorded in the late 1970s) feature Tacuma’s work on a Rickenbacker bass, a model popular among progressive rock musicians but rarely used on jazz recordings. He switched to a Steinberger bass in the 1980s, an instrument that helped him create his readily identifiable sound.

Tacuma’s work with Prime Time landed him his most high-profile gig to date: an appearance with the band on Saturday Night Live on April 14, 1979, which Tacuma later cited in Musician magazine as his “best live performance ever”. Work with such artists as James “Blood” Ulmer, Walt Dickerson, David Moss, Chuck Hammer, Kip Hanrahan, and David Murray further heightened his reputation. Tacuma’s first solo album, “Show Stopper”, came in 1983 on the Gramavision label; the album grew out of the jazz/funk style he developed in his work with Coleman. His other works as leader at Gramavision followed that forumala.

In the 1980s Jamaaladeen started to perform with a group called “Cosmetic”. He was frequently featured in music magazines thanks to his aggressive, driving playing style and his angular fashion sense. In 1981 Tacuma received the highest number of votes ever for an electric bassist in the “talent deserving wider recognition” category of the Down Beat magazine critics poll.

In the 1990s and 2000s, he has maintained a lower profile. His relatively infrequent recordings in these years include CDs of duets with saxophonist Wolfgang Puschnig. However, Allmusic cited Mirakle, a recording that features Tacuma, drummer Grant Calvin Weston, and guitarist Derek Bailey as one of the “most important recordings of year 2000.” In 2006, he returned to the jazz spotlight with an appearance on the World Saxophone Quartet’s Political Blues.Jamaaladeen Tacuma (born Rudy McDaniel, June 11, 1956) is an American free jazz bassist born in Hempstead, New York, perhaps best known for his albums as bandleader on the Gramavision label and for his work with Ornette Coleman during the 1970s and 1980s (particularly in Coleman’s Prime Time band). Jamaaladeen’s 1988 album Jukebox was nominated for a Grammy Award in 1989, but did not win.
Tacuma was raised in Philadelphia and showed interest in music at a young age, performing with the organist Charles Earland in his teens. Through Earland Tacuma came to know the record producer Reggie Lucas, who introduced Jamaaladeen to Ornette Coleman in 1975 at age 19. As the electric bassist for Coleman’s funky Prime Time group, Tacuma rose to prominence quickly; another notable band member included the guitarist Bern Nix. While with Prime Time, Tacuma relied mostly on traditional technique, picking with his fingers. Later works showcase a more rhythmic, thumb-slapping funk approach.

The first three Prime Time recordings (Dancing in Your Head, Body Meta, and Of Human Feelings, all recorded in the late 1970s) feature Tacuma’s work on a Rickenbacker bass, a model popular among progressive rock musicians but rarely used on jazz recordings. He switched to a Steinberger bass in the 1980s, an instrument that helped him create his readily identifiable sound.

Tacuma’s work with Prime Time landed him his most high-profile gig to date: an appearance with the band on Saturday Night Live on April 14, 1979, which Tacuma later cited in Musician magazine as his “best live performance ever”. Work with such artists as James “Blood” Ulmer, Walt Dickerson, David Moss, Chuck Hammer, Kip Hanrahan, and David Murray further heightened his reputation. Tacuma’s first solo album, “Show Stopper”, came in 1983 on the Gramavision label; the album grew out of the jazz/funk style he developed in his work with Coleman. His other works as leader at Gramavision followed that forumala.

In the 1980s Jamaaladeen started to perform with a group called “Cosmetic”. He was frequently featured in music magazines thanks to his aggressive, driving playing style and his angular fashion sense. In 1981 Tacuma received the highest number of votes ever for an electric bassist in the “talent deserving wider recognition” category of the Down Beat magazine critics poll.

In the 1990s and 2000s, he has maintained a lower profile. His relatively infrequent recordings in these years include CDs of duets with saxophonist Wolfgang Puschnig. However, Allmusic cited Mirakle, a recording that features Tacuma, drummer Grant Calvin Weston, and guitarist Derek Bailey as one of the “most important recordings of year 2000.” In 2006, he returned to the jazz spotlight with an appearance on the World Saxophone Quartet’s Political Blues.