Smoke Inside – Jazz It

[rating:4]

If you are among those who rise their eyebrows hearing the expression “jazz-rock” thinking about dull riffs and silly elevator music, this record can lead you to the right track. Daniele Cavallanti and his old friend Nels Cline, important and very active character in the independent rock scene, give birth to a sincere and rigorous work of art, without slipping towards easy solutions and commercial downhill. Electrical Jazz (“pre-fusion”, as Cline proudly claims), but also long and visionary free introductions that draw together in essential themes and energetic rock drum-base progressions. Noise progressive hallucinations, and even the vibrating gospel Go On Moses, in which the dry and perfect guitars of Cline and Massaron move at ease, magisterially supported by Tononi’s drums, whose concreteness does not impair the final taste and interplay. Without ever dropping, the leader’s creativity explores freely the territories of tonality canons as in Mood for Dewey, tribute for Redman, that Cavallanti recorded in 1994 with the great sax player, here in a swaying funk-electrical version.[rating:4]

If you are among those who rise their eyebrows hearing the expression “jazz-rock” thinking about dull riffs and silly elevator music, this record can lead you to the right track. Daniele Cavallanti and his old friend Nels Cline, important and very active character in the independent rock scene, give birth to a sincere and rigorous work of art, without slipping towards easy solutions and commercial downhill. Electrical Jazz (“pre-fusion”, as Cline proudly claims), but also long and visionary free introductions that draw together in essential themes and energetic rock drum-base progressions. Noise progressive hallucinations, and even the vibrating gospel Go On Moses, in which the dry and perfect guitars of Cline and Massaron move at ease, magisterially supported by Tononi’s drums, whose concreteness does not impair the final taste and interplay. Without ever dropping, the leader’s creativity explores freely the territories of tonality canons as in Mood for Dewey, tribute for Redman, that Cavallanti recorded in 1994 with the great sax player, here in a swaying funk-electrical version.

Duo Milano – ultrasonica.it

Duo Milano rappresenta il concretizzarsi del bizzarro sodalizio tra due tra i più rinomati sabotatori di area avanguardista, che tessono con il presente dischetto tenuto a battesimo dalla nostrana e coraggiosa Long Song Records un’ora di radicali improvvisazioni per chitarra, un dialogo continuo e costantemente in progress fatto di vibrazioni ora tenui ed intime, ora aspre e scomode. L’area è quella della grande mela, dove passa un po’ tutto e dove John Zorn pesca a giornata per le sue incursioni sonore. Non è un caso, in effetti. Elliot Sharp ne intreccia la strada con Cobra, e sono due cervelli in ebollizione a rincorrersi sulle corde tese del gameplay Zorniano. Poi, cominciano le sperimentazioni con Nels Cline, e per gli amanti dell’improvvisazione radicale è un po’ come una all star band, anche se sono soltanto in due. Linguaggio difficile, certamente: solo due chitarre, prima acustiche e poi effettate, una davanti all’altra. Ma svolto con grande ispirazione, colore, ed un’esperienza che in questo caso fa la differenza. I due non temono di diventare organici, di risalire in spirali in cui è il metallo delle corde a creare il suono, a ridiscendere lungo linee melodiche che vanno sfilacciandosi e confondendosi. Ascoltare ‘Dot Dash’ come esempio, o i riverberi lisergici di ‘Budget’ e ‘Mutha Blooter’. E poi il disco è longevo, e regala qualcosa di nuovo – ed inaspettato – ad ogni ascolto. Un modo per dire che la classe continua a non essere acqua.Duo Milano rappresenta il concretizzarsi del bizzarro sodalizio tra due tra i più rinomati sabotatori di area avanguardista, che tessono con il presente dischetto tenuto a battesimo dalla nostrana e coraggiosa Long Song Records un’ora di radicali improvvisazioni per chitarra, un dialogo continuo e costantemente in progress fatto di vibrazioni ora tenui ed intime, ora aspre e scomode. L’area è quella della grande mela, dove passa un po’ tutto e dove John Zorn pesca a giornata per le sue incursioni sonore. Non è un caso, in effetti. Elliot Sharp ne intreccia la strada con Cobra, e sono due cervelli in ebollizione a rincorrersi sulle corde tese del gameplay Zorniano. Poi, cominciano le sperimentazioni con Nels Cline, e per gli amanti dell’improvvisazione radicale è un po’ come una all star band, anche se sono soltanto in due. Linguaggio difficile, certamente: solo due chitarre, prima acustiche e poi effettate, una davanti all’altra. Ma svolto con grande ispirazione, colore, ed un’esperienza che in questo caso fa la differenza. I due non temono di diventare organici, di risalire in spirali in cui è il metallo delle corde a creare il suono, a ridiscendere lungo linee melodiche che vanno sfilacciandosi e confondendosi. Ascoltare ‘Dot Dash’ come esempio, o i riverberi lisergici di ‘Budget’ e ‘Mutha Blooter’. E poi il disco è longevo, e regala qualcosa di nuovo – ed inaspettato – ad ogni ascolto. Un modo per dire che la classe continua a non essere acqua.

Important achievements for "Plays Monk" in year's end poll

Siamo Spiacenti, questo articolo non è ancora stato tradotto in italiano

“Plays Monk” was listed #2 best jazz cd of the year by KQED radio, an important North California radio. Read here.
And it’s not over: the prestigious All About New York Magazine voted “Plays Monk” best tributal recording of 2007!

This amazing band is constantly getting wider attention from everywhere.